venerdì 11 dicembre 2009

Io smimolo. E tu?

Certi giorni vorresti scappare. Certi giorni, vorresti chiuder la porta alla tua vita, alle tue abitudini che incalzano strette. Violente. Che con passo svelto stanno attaccate al tuo dannato collo ora dopo ora, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo. Tic,tac, tic, tac. E mentre, il tempo passa.

Chiudi gli occhi. Ti sembra quasi di sentire il loro fiato caldo sulla pelle, non è vero?


Certi giorni vorresti qualcosa di diverso. Vorresti un microscopico, impercettibile imprevisto. Un sorriso dall’autista del bus che prendi ogni santa mattina. Un guaito dal cagnetto che ti si avvicina timoroso mentre aspetti il verde del semaforo. Cinque minuti in più, per goderti quel tramonto lontano.

Ti basterebbe una flebile effimera luce che s’infiltra tra il grigio della mattina. Un – solo un - fiocco di neve che va comicamente a squagliarsi sulla punta del tuo naso.


E provi, provi a cercar con la lanterna qualche soluzione. Ne troverai tante. Alcune ti scavano dentro, ti portano giù, strappano piano piano carne alla tua anima... Che male. Altri comportano tanto, tanto sforzo... Come se già non sfaticassi abbastanza.

Altri ancora, sono come certe caramelle. Tre minuti soltanto, e creano un party tra le tue papille gustative che dura fino al prossimo risciacquo di bocca.


Smimolare appartiene all’ultima categoria. Smimolare è un neologismo. Un neologismo si crea quando non c’è parola che possa descriver un qualcosa, che sia un oggetto, un sentimento, un’azione.


E, ho pensato, in italiano non c’è verbo che catturi in una parola quello che il nostro amico Smimolo qui sotto sta facendo:




“Beh,” puoi dire, “Smimolo sta pensando!”. Ma non è abbastanza, c’è quel “mmm” che ci dice qualcosa in più. Puoi dire allora: “Smimolo sta rimuginando!”. Tuttavia, rimuginare indica un pensiero che ti tortura per un bel po’ di tempo, mentre Smimolo “rimugina” solo per cinque minuti. E allora ecco, creiamo un nuovo verbo! “Mini-rimuginare”? Troppo lungo. Meglio allora: “Smimolare!”


Definiamolo meglio: smimolare è dedicare il tuo caotico flusso di pensieri a un qualcosa di insolito, nuovo o strano, per un massimo di cinque minuti. E’ deviare quella tua massa informe di pagine mentali piene di parole come “scuola-univesità”, “ragazzi”, “ragazze”, “scarpe”, “calcio”, “tv”, “chimica”, “simpson”, “sonno” verso cose che forse non avevi mai pensato prima. Insomma, un buon metodo per distrarti dalla tua solita giornata per una manciata di tempo.


Ogni giorno, su questo blog salteranno fuori delle righe su temi a caso presi dalla rete. Si potrà viaggiare tra i solchi della Ande fino ad arrivare ai ghiacciai del Canada, per poi voltarsi e osservare le maschere degli indigeni della Papua Nuova Guinea. Si ci trastullerà su cosa io e una stella abbiamo in comune (vediamo se ci arrivi), sul perchè abbiamo paura della morte, su come alcuni pesci riescano a cambiare sesso. E molto, molto di più.


Al lettore o alla lettrice, l’unica cosa che si chiede in cambio è smimolare (ricordate il tempo massimo!) sul tema del giorno, ed esprimere un pensiero commentando. Dalla tua testa potrà uscire di tutto, che sia un “figo!”, un “ahaha non sapevo!”, un “chi cacchio me l’ha fatto fare a leggere!”; o addirittura una bella frase di senso compiuto.


Qual è il senso di smimolare? Allenarsi ad essere curiosi. A sorridere della vastità del mondo e delle sue idee. E, chissà, magari riuscire a intuire che, se si vuole, la vita non sarà solo tedio.


Come disse una volta un vecchio pazzo, di nome Einstein:

“Non ho nessun talento speciale. Sono solo incredibilmente curioso.”

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