giovedì 24 dicembre 2009

Segui Babbo Natale!

Buona notizia per chi di voi vuole ancora credere a Babbo Natale: da ora, è possibile seguirlo in tempo reale nel suo viaggio intorno al mondo per distribuire i regali a tutti i bambini buoni!




Basta andare in questo sito e seguire il tragitto del pacioccone rosso e le sue renne super-soniche su Facebook, Twitter o persino sul tuo cellulare.

Mezzanotte si avvicina!


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martedì 22 dicembre 2009

Synthia sta per nascere!

L’uomo che gioca ad essere Dio è stato per molto tempo un tema ghettizzato, reso malefico. Pensate al povero scienziato pazzo del romanzo Frankestein, che cercando di sconfiggere la morte crea un abominio della natura. O a qualsiasi film dove tutti (tranne il protagonista e gli altri personaggi figoni ovviamente) muoiono per colpa di un qualche ometto che crea mostri e disastri di vario genere tentando di eguagliare le abilità divine. Quei tempi sono finiti, o, per meglio dire, finiranno con l’avvento del 2010, quando Synthia, la prima forma di vita artificiale, nascerà.


Tranquilli, Synthia non è una bella bambina sintetizzata in laboratorio, per quello dovremo aspettare ancora degli anni. Synthia è un piccolo, microscopico batterio. E il papà sarà un famoso scienziato americano, Craig Venter.



Come diamine si crea una forma di vita sul freddo metallo di un tavolo di laboratorio? Semplice. Bastano i seguenti ingredienti:


1 cellula eucariota qualsiasi;

1 porzione di elementi organici semplici (i "mattoni della vita") basati sul carbonio;

1 scienziato (biologo preferibilmente) che non sia già occupato in qualche altra leggendaria impresa.


Preparazione:


- Costringete lo scienziato ad amalgamare le sostanze organiche in modo tale da ottenere un cromosoma fatto da 381 geni (quelli che, secondo Venter, bastano per permettere a Synthia di cibarsi e riprodursi);


- Costringete lo scienziato a iniettare il cromosoma sintetizzato nella cellula in possesso;


- Attendete cinque minuti, in modo tale da permettere al DNA del cromosoma di impossessarsi della cellula;


- Ecco fatto, avete il vostro batterio fatto in casa!


Scherzi a parte, la possibilità di creare forme di vita da zero avrà un fortissimo impatto nella nostra società. Batteri del genere potrebbero essere utilizzati per cose utili come smaltire (cioè fargli digerire!) rifiuti di ogni tipo, o aiutare il sistema immunitario umano; e per cose non desiderabili come armi di distruzioni di massa mangia-uomini. Sarà responsabilità della società intervenire affinché ciò non accada.


Un altro muro tra Dio e l’uomo è abbattuto. Speriamo di saper gestire le meraviglie che si celano dietro.


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lunedì 21 dicembre 2009

Il tramonto dei meccanici

Smimolo non solo non mangia carote e sa parlare, ma ha anche la patente e un'auto. Peccato che la sua piccola 500 si guasti spesso, così da fargli spendere una fortuna in riparazioni dal meccanico. Non siate in pena per lui (né per voi stessi, guidatori di veicoli dannati!), perchè il tempo in cui le macchine si aggiusteranno da sole non è poi così lontano.


Guardate qui sotto:



Ciò che avete appena visto è uno dei primi prototipi di robot auto-replicanti, creato dalla Cornell University cinque anni fa. Una macchina auto-replicante ha la capacità di creare copie di sè stessa e perfino di ripararsi da sola sfruttando e mutando i materiali che si trovano nell'ambiente in cui si trova. Applicazioni di questa tecnologia sono possibili in ogni campo: da cose fantascientifiche come la colonizzazione di altri pianeti con astronavi che si creano di volta in volta, all'uso militare con droni che si auto-costruiscono nei deserti più tetri.


Ovviamente, la conseguenza più importante per noi gente semplice sarà che potremo dire addio ai meccanici e tecnici-aggiustatori vari. Pensateci: siete in una di quelle labirintiche strade di campagna con la vostra auto, e una gomma si lacera. Invece di imprecare al destino e chiamare il lento soccorso stradale, potrete sedervi e godere della natura che vi circonda mentre il vostro veicolo usa gli escrementi di vacca che imperversano quelle strade per riparare il danno. Insomma, meglio di MacGyver.


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sabato 19 dicembre 2009

"Mamma mamma! Hanno appena piantato un vulcano in giardino!"

Ti svegli alle sette del mattino, già irritato al solo pensiero di dover affrontare il gelido freddo per andare a una misera lezione? Odi le domeniche grigie e nuvolose? Vorresti un’estate né troppo calda, né troppo fredda? Forse nessuno te l’ha mai detto, ma tutto questo è possibile.


La geoingegneria è una recente disciplina, il cui fine è inventare meccanismi per cambiare il clima in un determinato territorio. Con l’avanzare del famoso cambiamento climatico (che, secondo alcuni trend, tra qualche decennio causerà la sommersione di Venezia, di certe regioni del Bangladesh e di altri, tanti, territori), e con il recentissimo (quasi) fallimento del Summit delle Nazioni Unite che sta per concludersi in questi giorni a Copenaghen, non è più considerata fantascienza o pazzia l’idea di regolare le temperature del globo creando un super-climatizzatore.




Tuttavia, gesta del genere richiedono molto di più del tuo bel ditino che preme il tasto ON del telecomando del condizionatore di casa. Qui si tratta di aumentare e/o diminuire milioni di tonnellate di alcuni gas nell’atmosfera, di deflettere enormi quantità di luce proveniente dal Sole.


Sono sotto ispezione già alcune proposte, che molto probabilmente saranno usate come piano B, cioè, se e solo se tutti i negoziati tra le Nazioni del mondo per ridurre le emissioni di CO2 falliscono (cosa alquanto probabile). Qui sotto riporto quelle che ho trovato più interessanti.



3° Posto: piantare alberi geneticamente modificati, che assorbino più CO2 del normale. Pare che sia un metodo molto sicuro, ma anche molto costoso.


2° Posto: installare degli specchi giganti nello spazio. Questi, se messi tra la Terra e il Sole, potrebbero facilmente deflettere la sua luce, e quindi raffreddare il pianeta al punto giusto.


1° Posto: creare un vulcano artificiale perennemente “acceso”. Questo rilascerebbe nell’atmosfera un gas che si chiama diossido di zolfo, che nella giusta quantità aiuterebbe a diminuire le temperature globali.


Bene. Speriamo solo che il vulcano non ce lo facciano sotto casa. Ho la sensazione che sarebbe un pizzico fastidioso...




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